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Questa consuetudine di dipingere finte finestre trae le sue origini dal nostro passato e per spiegarla bisogna andare al tempo della Repubblica Ligure. E la logica del calcolo è facilmente intuibile: i più ricchi possiedono fastose dimore e lussuosi palazzi con numerose finestre, per ognuna si dovrà corrispondere una certa cifra.
E i liguri come la prendono? Come reagiscono quelli di Genova a questa bella novità? Ed ecco colonne ed affacci da sogno su Via Gramsci.
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Mi metti la tassa sulle finestre? E io le chiudo e tanti saluti al sussidio patriottico! Questa è Via Orefici. Finestre vere e finestre immaginarie, silenziose testimoni del passato di Genova. Questa è una storia di mare e di audacia, per raccontarla bisogna andare a un giorno di maggio del Si tratta di un mezzo da carico sul quale si trovano soltanto 15 persone, quattro di esse sono dei ragazzini. Si parte, con il favore dei venti e della buona sorte. Le imbarcazioni non sono uguali tra di loro, due di esse hanno un certo tipo di vela e se ne restano pacificamente al largo.
Le altre due, invece, avanzano minacciose verso il pinco. Che smacco! Il comandante della mezza galera non vuol darsi per vinto e torna al contrattacco, una palla di cannone attraversa il cielo e trapassa le vele del pinco senza provocare danni strutturali alla piccola imbarcazione.
Finalmente si arrenderanno? Fanno un terzo tentativo ma gli indomiti liguri non si lasciano certo sopraffare e colpiscono lo scafo della mezza galera causando la morte e il ferimento di molti dei loro nemici. Il viaggio prosegue senza altri intoppi e i prodi uomini di mare giungono finalmente a Genova.
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E qui vengono accolti con tutti gli onori! I festeggiamenti si svolgono il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, patrono di questa città. Tutto questo accadde nel lontano Lazzaro e i suoi uomini tornarono al loro mare e ai fruttuosi commerci con i quali garantivano il pane alle loro famiglie.
Chissà quante volte, negli anni che seguirono, Lazzaro Stagno avrà ricordato quel luminoso giorno di maggio, il giorno in cui sconfisse i pirati. Vi porto a Levante, seguendo il vento e la luce, sulla costa, verso uno dei primi paesi che si incontra uscendo da Genova, Sori.
E allora mi sovvengono certe memorie dei tempi della scuola quando a primavera inoltrata, stagione che ai liguri già permette di frequentare le spiagge, partivo di buon mattino con il treno. La sabbia i sassi e le partite a pallavolo, chi di voi non se le ricorda? A Sori, sulla spiaggia. E oggi torno qui con voi, in una giornata di nuvole che nulla tolgono alla bellezza di Sori. Il mare. Il mare calmo, fermo e piatto. Caruggi che vi dicono che siete in terra di Liguria, con le creuze e le case dai colori vivi. Alberi che vi narrano di una Riviera che è casa del sole e del caldo.
Mediterraneo di limoni odorosi e profumati.
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Un campanile, le barche e i sassi. Scorci da cartolina sulla spiaggia di Sori. Uno scorcio di cielo bigio. Ma le nuvole nulla tolgono alla bellezza di Sori.
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Una fontanella di pietra che certo vi tornerà utile in certe giornate calde e assolate. La spiaggia. E intanto il vento alimenta la furia delle onde. E diviene sempre più forte e sempre più potente. E si resta qui ad ascoltare il mare che monta, cresce e ruggisce. Un movimento che ha il ritmo della natura, che ha una voce, un suono e uno scenario. E allora si resta qui, a guardare come nasce lo spettacolo delle onde e del vento.
A levante. Arriverà la primavera, con il sole che illumina e riscalda e allora la spiaggia si affollerà.
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Arriveranno i giorni dei tuffi e delle nuotate, delle risate e dei pomeriggi pigri, dei bambini con le formine e delle mamme che chiacchierano sulla spiaggia di Sori. Nelle case alte, nella magnifica verticalità della Liguria. Una chiesetta, le facciate color biscotto. E finestre, quadretti e panni stesi.
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E barche, verde, azzurro e profumo di salsedine. E sassi, barche e laggiù soltanto mare. E vento che agita gli ombrelloni e accarezza la pelle. Mentre le barche riposano a riva. Ancora ombra, intrecci, costa che si scorge tra il fitto dei rami.
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Blu e verde di Liguria. Davanti a noi la costa e le case arrampicate sulla collina. Una barca veleggia dolcemente davanti al litorale di Recco. Sul mare, nel tepore del sole di primavera. E da qui in poi si distende Genova con le sue tante bellezze. E non credo che servano altre parole.