Ìsola di santantìoco conoscere uomini

A suo modo rappresenta il dolore e il dramma dei profughi e dei clandestini che ogni giorno sbarcano nei nostri lidi. Ci piace vederlo come clandestino giunto sulle nostre coste pieno di speranza e che riesce nella sua missione di evangelizzatore In Libertà , 6 gennaio Il volume infatti oltre ad essere un insieme di ricerche di diversi studiosi di grande spessore è corredato e introdotto al lettore anche da un messaggio di Papa Benedetto XVI e da una introduzione a firma del Cardinal Camillo Ruini. E cioè che le spoglie di Antioco ritrovate nelle fondamenta della basilica paleocristiana costruita sulle catacombe fenicie e che porta il suo nome vi giacevano da quasi duemila anni.

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Isola di San Pietro

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Rimani aggiornato! Ritorna il pediatra più amato della televisione con nuovi gialli su cui indagare e tre nuovi protagonisti: Francesco Arca, Francesca Chillemi e Caterina Murino. Ad attenderli, tante novità: un nuovo caso da risolvere, nuovi amori inaspettati, nuovi ragazzi a scuola e soprattutto un nuovo Vicequestore aggiunto, , che arriva da Roma e che sembra nascondere un segreto. Ma soprattutto Pietro dovrà riuscire a tenere unite le persone che ama di più: la sua famiglia. Intanto la giovane donna prosegue la sua relazione con Diego Erasmo Genzini che sembra aver messo la testa a posto: il ragazzo è riuscito a entrare in polizia e ora lavora al commissariato di Carloforte.

Un giorno Pietro, correndo come ogni mattina sulla scogliera con il fedele Mirto, ritrova una bambina di pochi giorni abbandonata in un cantiere navale. La piccola non respira bene e ha bisogno di cure. Pietro la porta in ospedale e avverte la polizia. Elena, che è appena rientrata dagli Stati Uniti, corre in commissariato dove trova un nuovo vicecommissario ad attenderla, Valerio Ruggeri Francesco Arca , arrivato da Roma.

Chiara è la sorella di Margherita Arianna Montefiori , la nuova infermiera che lavora con Pietro. Dopo poco più di un chilometro, una indicazione sulla sinistra ci porta, dopo cinquecento metri di strada bianca, alla Frazione torre Cannai altezza metri 14, distanza in linea d'aria circa 15 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti. La frazione prende il nome dalla Torre Cannai , più nota come Turri , una torre di avvistamento presente sulla costa, costruita dai Piemontesi nel a 31 metri sul mare.

Realizzata con rocce vulcaniche, lave e tufi, ha una volta a cupola, con un foro centrale, ed una scala interna alla muratura per l'accesso al terrazzo, che è stato coperto. Ha subito nel tempo numerose trasformazioni, ed è molto ben conservata, perché è abitata in periodo estivo. L'ingresso sul piano di campagna non è originale. Proseguendo dopo la torre, nella costa rocciosa si apre l'insenatura di Porto Cannai , dove possiamo prendete una delle prime due stradine sulla sinistra, per raggiungere la Spiaggia di Turri Cannai, Affacciata su un mare di cristallo.

Viene chiamata con il nome di Spiaggia di Turri Cannai , ossia della Torre del Canale , un insieme di due belle spiaggette ed un'ampia spiaggia, ben riparate dai venti e mediamente affollate nei mesi estivi, sulle quali non è presente alcun tipo di servizio. Alle loro spalle si estende una fitta macchia mediterranea. La prima spiaggetta si trova a oriente della torre, ed è situata una piccola insenatura protetta da due alte scogliere che la riparano dai venti e dalle mareggiate, nella quale si trova un piccolo arenile misto tra sabbia a grani medi e ciottoli levigati dal mare, con acque di colori con una predominanza del turchese nella loro policromia, affacciate su un fondale sabbioso e basso.

La seconda spiaggetta si trova in una insenatura subito sotto la torre, ed ha un arenile dominato da ciottoli levigati di colore scuro, con una parte sabbiosa, affacciato su un mare trasparente di un bellissimo colore cangiante tra l'azzurro, il turchese, ed anche sfumature di verde. La terza spiaggia, quella più importante, che si trova nell'ampia insenatura ad occidente della torre, viene chiamata anche Spiaggia della cala di Turri o Spiaggia del porto di torre Cannai , è la più lunga. Ha un arenile formato principalmente da ciottoli levigati dal mare di colore scuro, affacciato su un mare cristallino con con dei colori stupendi, che variano dal verde smeraldo, al turchese, all'azzurro, e con un fondale basso e sabbioso.

Già da qui possiamo ammirare una bella famiglia di tre isole selvagge, chiamate isola della Vacca, isolotto del Vitello ed isola del Toro, che sono visibili da tutto questo tratto di costa. Un tempo completava la triade delle isole Vacca, Vitello e Toro, anche lo scoglio del Pastore, un faraglione raso a zero durante le esercitazioni militari a fine ', del quale ora si vede solo la base, poco sotto al livello del mare.

Lo scoglio del Pastore rappresenta probabilmente l'unico caso di isola italiana totalmente eliminata dall'uomo. I nomi delle isole sono di origine molto antica, ed esse compaiono con questi nomi su tutte le carte nautiche esistenti dai secoli passati. La vegetazione, totalmente distrutta dal fuoco nel , è limitata a pochi arbusti di lentisco, faticosamente ricresciuti nella sommità dell'isola.

La fauna è caratterizzata dai numerosi uccelli marini che nidificano sull'isola, costituita dal Gabbiano reale, dal Marangone dal Ciuffo, e dalla Berta Maggiore. Vi nidifica anche qualche coppia del raro Falco della Regina. L'isola della Vacca è dotata di fondali adatti alle immersioni. Vicino ad essa si trova l' Isolotto del Vitello , dell'altezza massima di 8 metri, molto piccolo, poco più che uno scoglio, privo di vegetazione e traforato da grossi proiettili ancora ben visibili nella roccia, sparati dalle navi nelle esercitazioni militari.

L'isolotto del Vitelli è molto adatto a chi patica i tuffi. Dista undici chilometri dalla costa di Sant'Antioco, ed è un isolotto vulcanico arido, impervio e scosceso, con la forma conica, che presenta una vegetazione erbacea ricca di specie endemiche. Abitata prevalentemente da conigli, introdotti dall'uomo, è caratterizzata, caso quasi unico, dalla totale assenza di topi.

Area riservata

Quale endemismo, si trova sull'isola una particolare sottospecie di lucertola tirrenica, detta Podarcis Tiliguerta Toro. L'isolotto è un importante sito di nidificazione per diverse specie di uccelli marini, quali il Falco della Regina. Sull'isola si trova il vecchio fanale di avvistamento per segnalazione ai naviganti, abbandonato da diversi anni, che è raggiungibile mediante una scalinata di pietra scolpita nella roccia.

L'isola del Toro rappresenta il punto geografico più a sud del territorio sardo. Lungo la strada costiera di Coaquaddus, evitiamo l'indicazione sulla sinistra che porta alla frazione Turri. La strada prosegue per due chilometri e, con una breve deviazione sulla sinistra, ci fa raggiungere la Frazione Peonia Rosa altezza metri 41, distanza in linea d'aria circa A questa frazione si poteva arrivare anche con la SP76, proseguendo lungo questa strada Provinciale, dopo la rotonda dove avevamo preso la strada comunale per Coaquaddus, per due chilometri e mezzo, e poi prendendo la deviazione a sinistra con le indicazioni per Peonia Rosa.

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Passata questa deviazione, la strada Provinciale prosegue per appena ottocento metri, per poi terminare con un cartello indicante la fine della strada bitumata, mentre da anni avrebbe dovuto essere completata per risalire la costiera occidentale dell'isola. Tutta la località di Capo Sperone è caratterizzata dalla presenza di macchia mediterranea.

La spiaggia situata sul lato orientale del promontorio di Capo Sperone, chiamata Spiaggia di Capo Sperone ed anche anche s'Acqua 'e sa Canna , ossia dell'Acqua della Canna , è una spiaggia a carattere prevalentemente roccioso, con poca sabbia di un colore chiaro, a grani fini. Il mare trasparente è caratterizzato dalla presenza di scogli piatti e rocce, ma ci sono grandi porzioni sabbiose, ed il fondale è basso.

Date le difficoltà per raggiungerla, la spiaggia, sulla quale non sono presenti servizi, non è mai molto affollata.


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Dalla fine della strada che ci ha condotto a Capo Sperone, è possibile salire sulla montagna che sovrasta Capo Sperone, denominata Guardia de su Turcu , sulla quale, a metri di altezza in località Su Monti de su Semafuru , si trovano i resti di un importante posto di osservazione chiamato il Semaforo di Capo Sperone , una ex stazione Segnali della Marina Italiana realizzata nel Si tratta di un edificio a pianta longitudinale su due livelli, il cui prospetto settentrionale è di disegno vagamente classicheggiante, mentre quello meridionale ricorda la prua di un'imbarcazione.

L'impianto murario è realizzato con conci di pietrame basaltico della zona. Il solaio è costituito da una volta a botte in cui si innestava la grossa antenna per le comunicazioni radio, parzialmente distrutta. La stazione è rimasta inattiva dal , il trasferimento alla regione risale al , ed il manufatto si trova in uno stato di avanzato degrado, tanto che per suo un nuovo utilizzo sarebbe necessaria una ristrutturazione. Lo ho fotografato nel , quando era purtroppo mal conservato, non vi erano indicazioni per raggiungerlo, ci sono arrivato perché mi ha accompagnato, qui come a cala Tuffi, l'amico Makleen.

Mi hanno fatto, poi, sapere che in seguito è stata effettuata una parziale ristrutturazione, è stata tolta l'antenna, ed ora è più facile da raggiungere dato che sono state disposte alcune indicazioni lungo la strada per raggiungerlo. Per visitare la costa occidentale dell'isola, partiti da Sant'Antioco con la SP76, a circa otto chilometri ed ottocento metri dalla Città raggiungiamo la frazione Cannai, che abbiamo già descritta. Subito dopo la Funtana Cannai, la SP76 devia verso sinistra in direzione sud est, sulla strada per Capo Sperone che abbiamo già descritta.

Ora, invece che seguire la SP76 verso sinistra, proseguiamo dritti ed iniziamo la strada che attraversa da est ad ovest tutta l'isola e porta verso la costa occidentale.

Sardegna - Isola di Sant'Antioco

La strada si sviluppa all'interno, su un altopiano chiamato il Poggio di Mezzaluna. Qui ci siamo fermati alcuni anni fa con gli amici Makleen e Frewilly, che mi hanno fatto da guida in questa parte del Viaggio. L'amico Makleen, nome con il quale veniva citato Massimiliano Grosso, ha in seguito fatto carriera, ed è diventato il responsabile dell'agenzia di servizi turistici TuttoSantAntioco , specializzata in servizi di accoglienza nella Sardegna del Sud, in particolare sull'Isola di Sant'Antioco, nella bellissima regionr storica del Sulcis-Iglesiente.

Dopo circa tre chilometri e duecento metri lungo la strada comunale di cala Sapone che attraversa da est ad ovest tutta l'isola e porta verso la costa occidentale, prendiamo la strada interna verso sinistra, che porta alla Frazione villaggio Polifemo altezza metri 17, distanza in linea d'aria circa Si tratta di un residence privato sorto su edifici la cui costruzione era stata originariamente promossa dallo Stato negli anni '60 e '70 del secolo scorso per incrementare il turismo, ed è posizionato su un promontorio che si spinge nel mare, tra l'insenatura di Porto di Triga a sud, e quella di Cala Sapone a nord.

Subito a sud del villaggio, si trova la bella insenatura di Porto di Triga o Portu su Tricu o Su Trigu , ossia Porto del Grano , nella quale è stata individuata una struttura dell'età nuragica, posizionata su un promontorio roccioso proteso sul mare. La struttura consiste nei resti di un nuraghe complesso, costituito da due piccole torri raccordate da una cortina muraria, mentre una seconda muraglia racchiude e delimita un'area scoperta, che aveva una probabile funzione di cortile.

Lungo la costa che conduce da porto di Triga verso sud fino a Capo Sperone, si trova un'abbondanza di cale e baie, che sono accessibili quasi esclusivamente via mare. Qui vediamo, comunque, come è possibile raggiungerle, sia pure percorrendo ardui sentieri, via terra partendo dal villaggio Polifemo.

Sulla sinistra dell'ingresso del villaggio Polifemo, una strada bianca ci riporta in direzione sud, in direzione del bacino nuragico di Grutt'i Acqua.


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