Conoscere gente casalserugo

E finite le medie? Andai poi a studiare al Calvi dove diventai, senza difficoltà, ragioniere, per la gioia di tutti coloro che mi vedevano già futuro segretario comunale, al servizio dei cittadini 24 ore al giorno, come mio padre. Ma io pensavo: non sarà mai! In realtà, come ti ho detto, non avevo nessuna intenzione di intraprendere la carriera programmata da altri per me, per la grande delusione dei miei, specie, appunto mio padre.

E hai fatto ragioneria di corsa, senza problemi. Grazie alle conoscenze di qualche paesano riuscii a prepararmi a dovere per il test di ingresso. Alla fine del colloquio questo maresciallo mi chiese: dove vuoi che ti mandiamo?

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Io non ebbi esitazione: il più lontano possibile da Casalserugo e dalla stretta soffocante dei miei genitori e dei miei compaesani. Attitudine al comando? Era il Bisognava dare gli ordini al plotone che sparava. Quelli chiamati prima di me furono un disastro, la truppa andava a piacere di qua e di là. E ti spedirono lontano come avevi chiesto?

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Fui spedito quindi a Lecce, il posto più lontano che avevano a disposizione per me. Ah, bene! A farla breve i miei avevano trovato una persona di Casalserugo, un riparatore di organi, che lavorava in quel periodo proprio a Lecce. I miei mi avevano trovato anche là! Cosa hai fatto? Durante il servizio fui spedito diverse volte proprio in veneto, dalle parti di Bibione e Caorle, ma anche in Friuli dalle parti di San Daniele, ad imparare le nuove tecniche di difesa, anche anti-atomica, con tanto di carri armati attrezzati allo scopo.

Poi sei tornato al paesello, tutti ti aspettavano! Ricordo benissimo che per prima cosa andai in fabbrica, alla Zedapa, per lavorare in ufficio come ragioniere, ma non ne ebbi una buona impressione. Tuttavia le insistenze del titolare mi convinsero a lasciare giù il libretto di lavoro per essere assunto. Andai a colloquio in questo posto, a Padova, e ne fui conquistato. Utilizzando degli artifici tecnici una serie di incongruenze di bilancio per le quali sono stato chiamato a rispondere , la nuova proprietà voleva limitare il mio potere di controllare ogni cosa, dagli stipendi ai bilanci, dai rimborsi alle fatture.

Io avevo imposto infatti, a suo tempo, che i conti transitassero tutti sul mio tavolo senza eccezione. Senti una cosa: hai parlato sempre di tuo padre e quasi mai di tua madre. Ho parlato pochissimo di mia madre, ma il motivo è semplice: quando chiedevo qualcosa del passato della famiglia a lei, non mi rispondeva; se insistevo addirittura si chiudeva in camera. Penso che questa sua ritrosia molto forte fosse data, per una parte, dalla famosa lotta tra il marito e il fratello per il posto al comune che la vide dolorosamente protagonista involontaria.

Addirittura… Pensa che questa cosa è stata vissuta come una vergogna talmente grande da non volerne mai parlare. La mia passione, la volontà di scoprire tutto, prima sulla mia famiglia e poi sulla mia comunità di origine, ha potuto essere soddisfatta solo dopo la pensione. Ed è da quel momento in poi che ho cominciato ad andare in giro a fare ricerche.

Il risultato, di cui vado molto fiero, è avere scoperto storie mie personali, assieme a quello di avere fatto un libro su tutta casale. Ecco infatti, parlami di questa vera passione per il barone Leonino Da Zara Ti spiego: durante la ricerca su Casalserugo trovavo pacchi di roba su questo personaggio e la sua vicenda, man mano, diventava sempre più interessante.

Lo hai conosciuto direttamente? Si, si. Feci in tempo a conoscerlo personalmente. Per quello che ci capivo io, che frequentavo le scuole medie, si doveva trattare di materiale importantissimo; fai conto che era come una piramide di roba alta, nel punto più elevato forse anche un paio di metri. Comunque ho avuto modo di rivolgere la parola al barone Leonino più volte, in diverse occasioni.

Ah si? Un vero affronto! Posso definirlo anche eccentrico, se vogliamo. Eccentrico, per certi aspetti, è anzi riduttivo, direi.

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Guardate gli aerei: una passione durata cosa? Due anni. Le macchine da corsa forse un anno di più. La bella vita mondana e romana: quella gli piaceva molto! Arrivava, certe volte, accompagnato da signore vestite di gran lusso, con sigarette a bocchino, lungo da qua fin là, chiudendosi in casa. Diventava un altro solo quando vedeva gli amici di infanzia, vecchie conoscenze del paese. Allora cambiava faccia, diventava alla mano, di compagnia, generoso, in vena di festa.

Quando venni avvisato e potei intervenire purtroppo il misfatto si era già compiuto. Parlando del tuo lavoro di ricerca, cosa puoi dire in conclusione? In quella occasione Claudio mi avrebbe anche mostrato le numerose foto, parte di un grande archivio della sua famiglia e di una intera comunità. Non è stato possibile, purtroppo. Grazie, Claudio. Da alcuni anni gestisco per passione un sito internet; un piccolo centro di documentazione e divulgazione di storia locale tra Casalserugo e gli immediati dintorni, che senza l'apporto del materiale fotografico e scritto, messo generosamente a mia disposizione da Adriano, non mi avrebbe consentito di rendere partecipe la comunità di una parte importante della nostra storia.

Ha scritto la sua storia con il suo essere un incallito sognatore. Trai suoi sogni, il libro su Casalserugo. Nel libro della sua vita, i capitoli più importanti siete voi, Annita, Michele e Virginia. Tutto quello che è scritto nei nostri cuori, i 46 anni di matrimonio, quanto avete vissuto con Claudio anche in questo ultimo periodo lo presentiamo assieme a voi al Signore per rendere grazie. Siamo venuti in chiesa per questo. Un grazie che diventa eredità preziosa per voi, per gli amici, sprone ad essere curiosi, in ricerca, mai superficiali, innamorati della storia, delle radici, del territorio, capaci di leggere in profondità di avvenimenti.

Siamo venuti in chiesa, poi e soprattutto, perché crediamo che la morte non mette la parola fine alla storia di Claudio e di ogni persona.

Perché conoscere persone nuove?

La meta della nostra vita, del nostro cercare è la vita eterna, le cose di lassù che danno il senso pieno alla vita di quaggiù, misteriosamente anche alle sofferenze e alle tribolazioni. Per noi credenti Itaca - immagine a cui Claudio era affezionato, perché esprimeva il suo desiderio di raggiungere una meta e la consapevolezza che anche quando non si arriva alla meta che il percorso fatto è comunque prezioso - la nostra Itaca, la Patria a cui tornare è il Cielo, il Paradiso.

Si ringrazia per la disponibilità e per avere messo a disposizione foto e materiale: - La famiglia di Claudio Maritan - Don Federico Fortin. Ma la zona interessata è più ampia, si parla di oltre persone, nonni compresi.

Ma la gente non vuole andare. Servirebbero delle barriere, sacchetti di sabbia. Ha torto, almeno in parte.

Già, ma la sabbia? Con cosa dovrei riempirli, questi dannati sacchi? Non lo sanno. Signor Sindaco, ma non avete una radio? Non potreste chiamar qualcuno voi? Quello che manca è il coordinamento. Nessuno sa niente.

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Non ci sono informazioni. Le strade vengono chiuse e poi riaperte.


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Ci si aiuta tra vicini. I sacchetti della Protezione Civile continuano a galleggiare vuoti, finché N. Ecco la sabbia per i sacchetti. Muri di sabbia crollano. La melma avanza, entra nelle logge e poi fin dentro casa. Chi fa uso di queste sostanze ha un senso di rilassamento e. Il servizio non riesce, comunque, a sod di sfare necessità di assistenza.


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O ancora che per un trapianto di fegato. Libertà di poter Volare. Spiccare il Volo non è prerogativo di pochi.